User Rating:  / 0
PoorBest 

 Predicazione del  14/10/2012                                                                              Past. Franco Crocitto

1 Samuele 5
 I Filistei, catturata l'arca di Dio, la portarono da Eben-Ezer ad Asdòd.  I Filistei poi presero l'arca di Dio e la introdussero nel tempio di Dagon.  Il giorno dopo i cittadini di Asdòd si alzarono ed ecco Dagon giaceva con la faccia a terra davanti all'arca del Signore; essi presero Dagon e lo rimisero al suo posto. Si alzarono il giorno dopo di buon mattino ed ecco Dagon con la faccia a terra davanti all'arca del Signore, mentre il capo di Dagon e le palme delle mani giacevano staccate sulla soglia; solo il tronco era rimasto a Dagon. A ricordo di ciò i sacerdoti di Dagon e quanti entrano nel tempio di Dagon in Asdòd non calpestano la soglia fino ad oggi. Allora incominciò a pesare la mano del Signore sugli abitanti di Asdòd, li devastò e li colpì con bubboni, Asdòd e il suo territorio. I cittadini di Asdòd, vedendo che le cose si mettevano in tal modo, dissero: Non rimanga con noi l'arca del Dio d'Israele, perché la sua mano è troppo dura contro Dagon nostro dio!  Allora, fatti radunare presso di loro tutti i principi dei Filistei, dissero: Che cosa si deve fare dell'arca del Dio d'Israele?. Dissero: Si porti a Gat l'arca del Dio d'Israele. E portarono a Gat l'arca del Dio d'Israele. Ma ecco, dopo che l'ebbero trasportata, la mano del Signore si fece sentire sulla città con terrore molto grande, colpendo gli abitanti della città dal più piccolo al più grande e provocando loro bubboni.  Allora mandarono l'arca di Dio ad Ekron; ma all'arrivo dell'arca di Dio ad Ekron, i cittadini protestarono: Mi hanno portato qui l'arca del Dio d'Israele, per far morire me e il mio popolo!  Fatti perciò radunare tutti i capi dei Filistei, dissero: Mandate via l'arca del Dio d'Israele!. Infatti si era diffuso un terrore mortale in tutta la città, perché la mano di Dio era molto pesante. Quelli che non morivano erano colpiti da bubboni e i lamenti della città salivano al cielo.

I filistei  avevano vinto il popolo di Israele e si erano presi l’arca come bottino e trofeo portandola nella loro città. Ma ovunque la posavano essa portava malattie, morte e spaventi. I Filistei ne furono impauriti e cercarono di allontanarla il più possibile.

1 Samuele 6
 L’arca dell’Eterno rimase nel paese dei Filistei sette mesi. Poi i Filistei chiamarono i sacerdoti e gl’indovini, e dissero: "Che faremo dell’arca dell’Eterno? Insegnateci il modo di rimandarla al suo luogo". E quelli risposero: "Se rimandate l’arca dell’Iddio d’Israele, non la rimandate senza nulla, ma fategli ad ogni modo un’offerta di riparazione; allora guarirete, e così saprete perché la sua mano non abbia cessato d’aggravarsi su voi". Essi chiesero: "Quale offerta di riparazione gli offriremo noi?" Quelli risposero: "Cinque emorroidi d’oro e cinque topi d’oro, secondo il numero dei principi dei Filistei; giacché una stessa piaga ha colpito voi e i vostri principi. Fate dunque delle figure delle vostre emorroidi e delle figure dei topi che vi devastano il paese, e date gloria all’Iddio d’Israele; forse egli cesserà d’aggravare la sua mano su voi, sui vostri dèi e sul vostro paese. E perché indurereste il cuor vostro come gli Egiziani e Faraone indurarono il cuor loro? Dopo ch’Egli ebbe spiegato contro ad essi la sua potenza, gli Egiziani non lasciarono essi partire gl’Israeliti, sì che questi poterono andarsene? Or dunque fatevi un carro nuovo, e prendete due vacche che allattino e che non abbian mai portato giogo; attaccate al carro le vacche, e riconducete nella stalla i loro vitelli. Poi prendete l’arca dell’Eterno e mettetela sul carro; e accanto ad essa ponete, in una cassetta, i lavori d’oro che presentate all’Eterno come offerta di riparazione; e lasciatela, sì che se ne vada. E state a vedere: se sale per la via che mena al suo paese, verso Beth-Scemesh, vuol dire che l’Eterno è quegli che ci ha fatto questo gran male; se no, sapremo che non la sua mano ci ha percossi, ma che questo ci è avvenuto per caso". Quelli dunque fecero così; presero due vacche che allattavano, le attaccarono al carro, e chiusero nella stalla i vitelli. Poi misero sul carro l’arca dell’Eterno e la cassetta coi topi d’oro e le figure delle emorroidi. Le vacche presero direttamente la via che mena a Beth-Scemesh; seguiron sempre la medesima strada, muggendo mentre andavano, e non piegarono né a destra né a sinistra. I principi dei Filistei tennero loro dietro, sino ai confini di Beth-Scemesh. Ora quei di Beth-Scemesh mietevano il grano nella valle; e alzando gli occhi videro l’arca, e si rallegrarono vedendola. Il carro, giunto al campo di Giosuè di Beth-Scemesh, vi si fermò. C’era quivi una gran pietra; essi spaccarono il legname del carro, e offrirono le vacche in olocausto all’Eterno.I Leviti deposero l’arca dell’Eterno e la cassetta che le stava accanto e conteneva gli oggetti d’oro, e misero ogni cosa sulla gran pietra; e, in quello stesso giorno, quei di Beth-Scemesh offrirono olocausti e presentarono sacrifizi all’Eterno. I cinque principi dei Filistei, veduto ciò, tornarono il medesimo giorno a Ekron.  Questo è il numero delle emorroidi d’oro che i Filistei presentarono all’Eterno come offerta di riparazione; una per Asdod, una per Gaza, una per Askalon, una per Gath, una per Ekron. E de’ topi d’oro ne offriron tanti quante erano le città dei Filistei appartenenti ai cinque principi, dalle città murate ai villaggi di campagna che si estendono fino alla gran pietra sulla quale fu posata l’arca dell’Eterno, e che sussiste anche al dì d’oggi nel campo di Giosuè, il Beth-scemita. L’Eterno colpì que’ di Beth-Scemesh, perché aveano portato gli sguardi sull’arca dell’Eterno; colpì settanta uomini del popolo. Il popolo fece cordoglio, perché l’Eterno l’avea colpito d’una gran piaga. E quelli di Beth-Scemesh dissero: "Chi può sussistere in presenza dell’Eterno, di questo Dio santo? E da chi salirà l’arca, partendo da noi?". E spedirono de’ messi agli abitanti di Kiriath-Jearim per dir loro: "I Filistei hanno ricondotto l’arca dell’Eterno; scendete e menatela su fra voi".

Spiritualmente possiamo raffigurare i filistei come un popolo che nonostante vede miracoli, si avvicina a Dio solo per timore e non per glorificarlo. Quando si è presi dalle proprie cose non si ha più  spazio per  Dio nel cuore. Quando l’arca ritorna al popolo di Israele miete vittime anche lì perché davanti a Dio non si può stare se non si ha un cuore sincero . Possiamo essere esenti dalle maledizioni solo per mezzo del sangue di Gesù, infatti  il giusto è salvato per grazia.

1 Samuele 7
Gli abitanti di Kiriat-Iearìm scesero a prendere l'arca del Signore e la introdussero nella casa di Abinadàb, sulla collina; consacrarono suo figlio Eleazaro perché custodisse l'arca del Signore. Erano trascorsi molti giorni da quando era stata collocata l'arca a Kiriat-Iearìm, erano passati venti anni, quando tutta la casa d'Israele alzò grida di lamento verso il Signore.  Allora Samuele si rivolse a tutta la casa d'Israele dicendo: Se è proprio di tutto cuore che voi tornate al Signore, eliminate da voi tutti gli dei stranieri e le Astàrti; fate in modo che il vostro cuore sia indirizzato al Signore e servite lui, lui solo, ed egli vi libererà dalla mano dei Filistei. Subito gli Israeliti eliminarono i Baal e le Astàrti e servirono solo il Signore.  Disse poi Samuele: Radunate tutto Israele a Mizpa, perché voglio pregare il Signore per voi. Si radunarono pertanto in Mizpa, attinsero acqua, la sparsero davanti al Signore e digiunarono in quel giorno, dicendo: Abbiamo peccato contro il Signore!. A Mizpa Samuele fu giudice degli Israeliti. Udirono anche i Filistei che gli Israeliti si erano radunati a Mizpa e i capi filistei mossero contro Israele. Quando gli Israeliti lo seppero, ebbero paura dei Filistei. Dissero allora gli Israeliti a Samuele: Non cessar di supplicare per noi il Signore Dio nostro perché ci liberi dalle mani dei Filistei. Samuele prese un agnello da latte e lo offrì tutto intero in olocausto al Signore; lo stesso Samuele alzò grida al Signore per Israele e il Signore lo esaudì. Mentre Samuele offriva l'olocausto, i Filistei si accostarono in ordine di battaglia a Israele; ma in quel giorno il Signore tuonò con voce potente contro i Filistei, li disperse ed essi furono sconfitti davanti a Israele. Gli Israeliti uscirono da Mizpa per inseguire i Filistei e li batterono fin sotto Bet-Car. Samuele prese allora una pietra e la pose tra Mizpa e Iesana e la chiamò Eben-Ezer, dicendo: Fin qui ci ha soccorso il Signore. Così i Filistei furono umiliati e non invasero più il territorio d'Israele: la mano del Signore fu contro i Filistei per tutto il periodo di Samuele. Tornarono anche in possesso d'Israele le città che i Filistei avevano sottratto agli Israeliti, da Ekron a Gat: Israele liberò il loro territorio dal dominio dei Filistei. Ci fu anche pace tra Israele e l'Amorreo. Samuele fu giudice d'Israele per tutto il tempo della sua vita. Ogni anno egli compiva il giro di Bètel, Gàlgala e Mizpa, esercitando l'ufficio di giudice d'Israele in tutte queste località. Poi ritornava a Rama, perché là era la sua casa e anche là giudicava Israele. In quel luogo costruì anche un altare al Signore.


L’arca ha colpito i figli di Israele perché non stavano ancora “bene”  con Dio, l’arca aveva prodotto in loro così tanta paura che non si erano più avvicinati alla presenza di Dio per 20 anni. Così il popolo si lamentava con L’eterno, ma come ci si può lamentare se lo si è abbandonato per  così tanto tempo? In tutti questi anni non hanno mai pensato di pentirsi e ravvedersi dei propri peccati?


Samuele da direttive precise:
"Tornare a Dio con tutto il vostro cuore, togliere di mezzo gli altri dei, tenere il proprio cuore fermo verso L’Onnipotente, servirLo tralasciando le nostre ambizioni, solo così riceveremo benedizioni!"

Se voglio ricevere benedizioni devo rimettere Dio al primo posto, la priorità nella mia vita deve ritornare ad essere la Sua presenza. ( riportare l’arca al posto giusto)

Salmo 81
Esultate in Dio, nostra forza, acclamate al Dio di Giacobbe.  Intonate il canto e suonate il timpano, la cetra melodiosa con l'arpa. Suonate la tromba nel plenilunio, nostro giorno di festa. Questa è una legge per Israele, un decreto del Dio di Giacobbe. Lo ha dato come testimonianza a Giuseppe, quando usciva dal paese d'Egitto. Un linguaggio mai inteso io sento: «Ho liberato dal peso la sua spalla, le sue mani hanno deposto la cesta. Hai gridato a me nell'angoscia e io ti ho liberato, avvolto nella nube ti ho dato risposta, ti ho messo alla prova alle acque di Meriba. Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire; Israele, se tu mi ascoltassi! Non ci sia in mezzo a te un altro dio e non prostrarti a un dio straniero. Sono io il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto; apri la tua bocca, la voglio riempire. Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, Israele non mi ha obbedito. L'ho abbandonato alla durezza del suo cuore, che seguisse il proprio consiglio. Se il mio popolo mi ascoltasse, se Israele camminasse per le mie vie! Subito piegherei i suoi nemici e contro i suoi avversari porterei la mia mano. I nemici del Signore gli sarebbero sottomessi e la loro sorte sarebbe segnata per sempre; li nutrirei con fiore di frumento, li sazierei con miele di roccia».

A volte il Signore non opera, non ferma, non blocca. Lui avvisa ma non ostacola se siamo cocciuti ci bruceremo da soli, quindi, ascoltiamolo col cuore, poiché, quando diamo ascolto a Lui i nostri “nemici” ,gli spiriti che ci affliggono( condizioni, paure, ansie, ecc..), vengono sconfitti, infatti Dio vuole benedirci in modo totale.