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Predicazione del 28/10/2012                                                      Pastore Franco Crocitto

 


Pentazioni 2° parte



1 Samuele 7:2-3
Erano trascorsi molti giorni da quando era stata collocata l'arca a Kiriat-Learìm, erano passati venti anni, quando tutta la casa d'Israele alzò grida di lamento verso il Signore. Allora Samuele si rivolse a tutta la casa d'Israele dicendo: Se è proprio di tutto cuore che voi tornate al Signore, eliminate da voi tutti gli dei stranieri e le Astàrti; fate in modo che il vostro cuore sia indirizzato al Signore e servite lui, lui solo, ed egli vi libererà dalla mano dei Filistei.

La casa di Israele si lamentava che Dio non li accudisse più, mentre loro per primi lo ignoravano da 20 anni. I filistei possiamo paragonarli a situazioni brutte che arrivano nella nostra vita togliendoci la pace, ma qui troviamo un sincero invito a “tornare” a Dio, cioè, andare di nuovo. Per cui non possiamo tornare in un luogo dove non siamo mai stati prima, il resto del mondo non conosce la cristianità, devi prima conoscere una cosa per poter “tornare” ad essa. Noi Cristiani, nati di nuovo lo conosciamo bene, ma a volte dopo un allontanamento tendiamo a “tornare” a Dio, solo se ne abbiamo bisogno. Una malattia, un lavoro, la necessità del momento. Poi quando la tempesta passa e abbiamo ottenuto quello che volevamo ci riallontaniamo vagabondando di qua e di la incappando in trappole e pericoli, che possono aggravare irrimediabilmente la nostra esistenza. Non è molto saggio agire senza considerare ciò che il Signore ha fatto per liberarci, stiamo attenti poiché Egli può anche indignarsi e lasciarci alla nostra mercè. Il “tornare” comunque, deve essere un’azione fatta con tutto il nostro cuore non per necessità, Dio non è una macchina dove puoi spingere un pulsante e ottenere ciò che desideri, Lui vuole restaurare il cuore del suo figlio. Spesso non esaudisce subito le nostre richieste, forse attende anche quando siamo oppressi da situazioni varie,  ma Lui sa quando è  il tempo  giusto per noi.
L’Eterno ha gioia nel vederci andare alla sua presenza in modo rilassato, parlando con Lui, non per costrizione ne per necessità, ma solo per il piacere di stare alla Sua presenza, con sincerità e con la volontà di seguirLo. Noi Abbiamo il privilegio di poter andare da Lui ogni volta che vogliamo per il sacrificio di Gesù, possiamo parlare con Colui che ha fatto i cieli e la terra.

Nel passo appena letto Samuele invita Israele a disfarsi degli dei stranieri, una di queste era Astarte, dea del sesso e della guerra.
Il sesso non è peccato, ma potrebbe diventare tale  quando diventa ossessione o perversione. Sia uomini e donne potrebbero diventare vittime di questi demoni.

Giacomo 4: 1-3
Da dove vengono le guerre e le contese fra voi? Non provengono forse dalle passioni che guerreggiano nelle vostre membra? Voi desiderate e non avete, voi uccidete e portate invidia, e non riuscite ad ottenere; voi litigate e combattete, e non avete, perché non domandate. Voi domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri.

Guerra, odio, rigetto per l’altro essere che appartiene ad un altro gruppo. L' invidia, per esempio, porta la critica e innesca la miccia nel nostro cuore che in poco tempo prende fuoco, con conseguente isolamento. Il rancore porta amarezza, oltre a malattie nel corpo,  sviluppa l'odio e fa essiccare l'amore che il Signore ha rimesso nel nostro cuore dopo la conversione. L'avidità fa indebolire la fede fino a farla morire. Non ho menzionato infine, che tali atteggiamenti e posizioni peccaminose tolgono la luce dai nostri occhi e trasformano l'espressione dei nostri volti. Creiamo così confini, limiti, barriere fatte per circondare la proprietà invisibile della nostra vita, in maniera che nessuno la supera, e difenderci di conseguenza. Ma Gesù è venuto per abbattere i confini e per unire nell'amore.

L’invito di estirpare gli idoli arriva e noi notiamo che ci sono cose nel nostro cuore che non vanno, ma che consideriamo piccole, tanto che ci abbiamo fatto l’abitudine a tenerle, le consideriamo “normali”. Invece guardandole alla luce della Parola comprendiamo che quest’inezia, come noi la consideriamo, ci prende la vita, man mano tutto girerà attorno a quel particolare e finirà per essere una barriera alla relazione personale con Dio.

Riuscendo a riconoscerlo e provando a toglierlo ci renderemo conto di quanto quella che noi consideriamo piccolezza sia ben radicata nel nostro cuore, quanto ci costerà estirparla. Quando poi ce ne saremo finalmente liberati realizzeremo che lo spazio destinato a quel peccato, a quell’attitudine, mi impediva la realizzazione e attuazione delle benedizioni di Dio. Ora nel mio cuore c'è più spazio per comprendere i piani ed i segreti del mio Padre celeste, segreti che non potevo carpire pioché non avevo la mente di Dio.

 "Or l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui, e non le può conoscere, poiché si giudicano spiritualmente. Ma colui che è spirituale giudica ogni cosa ed egli non è giudicato da alcuno. Infatti chi ha conosciuto la mente del Signore per poterlo ammaestrare? Or noi abbiamo la mente di Cristo."  (1 Cor. 2:15-16)

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