Parole di Vita

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Predicazione del 18/11/2012                                                                              Past.  Franco Crocitto

 

Proverbi 24:10
Se ti perdi d’animo nel giorno dell’avversità, la tua forza è poca.

Non è scontato che, tutto ciò che è nella volontà di Dio, anche se Lui stesso ce l'ha chiesto, avrà una buona riuscita, perché  non dipende dal mandante (in questo caso il Signore), ma da quanta forza o fede noi abbiamo in quel momento ed in quella circostanza.

Giona 1: 1-16  E la parola dell'Eterno fu rivolta a Giona, figlio di Amittai, dicendo: 2 «Lèvati, va' a Ninive, la grande città e predica contro di lei, perché la loro malvagità è salita davanti a me». 3 Ma Giona si levò per fuggire a Tarshish, lontano dalla presenza dell'Eterno. Così scese a Giaffa, dove trovò una nave che andava a Tarshish. Pagò il prezzo stabilito e s'imbarcò per andare con loro a Tarshish, lontano dalla presenza dell'Eterno. 4 Ma l'Eterno scatenò un forte vento sul mare e si levò una grande tempesta sul mare, sicché la nave minacciava di sfasciarsi. 5 I marinai, spaventati, gridarono ciascuno al proprio dio e gettarono in mare il carico che era sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona era sceso nelle parti più recondite della nave, si era coricato e dormiva profondamente. 6 Il capitano gli si avvicinò e gli disse: «Che fai così profondamente addormentato? Alzati, invoca il tuo DIO! Forse DIO si darà pensiero di noi e non periremo». 7 Poi si dissero l'un l'altro: «Venite, gettiamo le sorti per sapere a causa di chi ci è venuta addosso questa sciagura». Così gettarono le sorti e la sorte cadde su Giona. 8 Allora gli chiesero: «Spiegaci dunque per causa di chi ci è venuta addosso questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?». 9 Egli rispose loro: «Io sono un Ebreo e temo l'Eterno, il DIO del cielo, che ha fatto il mare e la terra ferma». 10 Allora quegli uomini furono presi da grande spavento e gli dissero: «Perché hai fatto questo?». Essi infatti si erano resi conto che egli fuggiva lontano dalla presenza dell'Eterno, perché lo aveva loro detto. 11 Essi gli dissero: «Cosa dobbiamo farti perché il mare si calmi per noi?». Il mare infatti si faceva sempre più tempestoso. 12 Egli rispose loro: «Prendetemi e gettatemi in mare e il mare si calmerà per voi, perché io so che questa grande tempesta vi è venuta addosso per causa mia». 13 Tuttaviaquegli uomini remavano con forza per riportare la nave a terra, ma non riuscivano, perché il mare si faceva sempre più tempestoso contro di loro. 14 Perciò gridarono all'Eterno e dissero: «Deh, o Eterno, non lasciare che periamo per la vita di questo uomo e non renderci colpevoli di sangue innocente, perché tu, o Eterno, hai fatto come hai voluto». 15 Quindi presero Giona e lo gettarono in mare, e la furia del mare si calmò. 16 Quegli uomini allora, presi da un gran timore dell'Eterno, offrirono un sacrificio all'Eterno e fecero voti.

Fuggire lontano dall'Eterno, significa non fare la volontà Sua. Anche se non pecchiamo, siamo fuori dalla Sua benedizione e protezione, oltre ad essere fuori dalla Sua grazia.

Giona si era allontanato fisicamente da Ninive, città che Dio gli aveva detto di avvisare in nome Suo e convincerli di essere nell'errore, inducendo tutti i niniviti  al ravvedimento e al pentimento, ricevendo così dal Signore la salvezza e la vita .

In realtà però, egli si stava allontanando dalla presenza del Signore, non voleva più parlare col Padre perché sapeva di andare contro la Sua volontà. La paura aveva accecato a tal punto il suo cuore, da non distinguere più ciò che era buono fare e ciò che non lo era. Anche quando ha chiesto ai marinai di gettarlo in mare, egli era già convinto di morire quindi non andare più a Ninive, ma il Signore è il Signore e non ha voluto perdere un figlio per la paure di non essere preso in considerazione dal popolo di Ninive.

Giona 2: 1-11   Ora l'Eterno aveva preparato un grosso pesce perché inghiottisse Giona; e Giona fu nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. 2 Allora Giona pregò l'Eterno, il suo DIO, dal ventre del pesce e disse: 3 «Nella mia sventura ho gridato all'Eterno ed egli mi ha risposto; dal grembo dello Sceol ho gridato e tu hai udito la mia voce. 4 Mi hai gettato in un luogo profondo, nel cuore dei mari, la corrente mi ha circondato e tutti i tuoi flutti e le tue onde mi sono passati sopra. 5 Allora ho detto: Sono stato scacciato dalla tua presenza. Eppure guarderò ancora verso il tuo santo tempio. 6 Le acque mi hanno circondato fino all'anima, l'abisso mi ha avvolto, le alghe si sono avvolte intorno al mio capo. 7 Sono disceso fino alle fondamenta dei monti, la terra chiuse le sue sbarre dietro a me per sempre, ma tu hai fatto risalire la mia vita dalla fossa, o Eterno, mio DIO. 8 Quando la mia anima veniva meno dentro di me, mi sono ricordato dell'Eterno, e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo santo tempio. 9 Quelli che riguardano alle vanità bugiarde abbandonano la fonte stessa della loro grazia. 10 Ma io con voci di lode ti offrirò sacrifici e adempirò i voti che ho fatto. La salvezza appartiene all'Eterno».11 Allora l'Eterno parlò al pesce e il pesce vomitò Giona sull'asciutto.

Con un Padre meraviglioso e pieno d'amore non si può non ubbidirGli e non fare la Sua volontà.

Giona 3: 1-10 La parola dell'Eterno fu rivolta a Giona per la seconda volta, dicendo: 2 «Lèvati, va' a Ninive, la grande città, e proclama ad essa il messaggio che ti comando». 3 Così Giona si levò e andò a Ninive, secondo la parola dell'Eterno. Or Ninive, era una città molto grande davanti a Dio, di tre giornate di cammino. 4 Giona cominciò a inoltrarsi nella città per il cammino di una giornata e predicando diceva: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». 5 Allora i Niniviti credettero a DIO, proclamarono un digiuno e si vestirono di sacco, dal più grande al più piccolo di loro. 6 Quando la notizia giunse al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. 7 Per decreto del re e dei suoi grandi, fece quindi proclamare e divulgare in Ninive un ordine che diceva: «Uomini e bestie, armenti e greggi non assaggino nulla, non mangino cibo e non bevano acqua;8 ma uomini e bestie si coprano di sacco e gridino a DIO con forza; ognuno si converta dalla sua via malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. 9 Chi sa che DIO non si volga, non si penta e metta da parte la sua ira ardente, e così noi non periamo». 10 Quando DIO vide ciò che facevano, e cioè che si convertivano dalla loro via malvagia, DIO si pentì del male che aveva detto di far loro e non lo fece.

Anzi Dio gli ha  mostrato le sue debolezze e lo ha aiutato a rivedere in se stesso per guarire da tale atteggiamento sbagliato.

Giona 4: 1-11    Ma questo dispiacque molto a Giona, che si adirò. 2  Così egli pregò l'Eterno, dicendo: «Deh, o Eterno, non era forse questo che dicevo quand'ero ancora nel mio paese? Per questo sono fuggito in precedenza a Tarshish, perché sapevo che sei un Dio misericordioso e pieno di compassione, lento all'ira e di gran benignità, e che ti penti del male minacciato. 3 Or dunque, o Eterno, ti prego, toglimi la vita, perché per me è meglio morire che vivere». 4 Ma l'Eterno gli disse: «Ti pare giusto adirarti così?». 5 Allora Giona uscì dalla città e si mise a sedere a est della città; là si fece una capanna e vi sedette sotto, all'ombra, per poter vedere ciò che sarebbe successo alla città. 6 Allora l'Eterno Dio preparò una pianta che crebbe al di sopra di Giona, per fare ombra al suo capo e liberarlo del suo male; e Giona provò una grandissima gioia per quella pianta. 7 Allo spuntar dell'alba del giorno seguente DIO preparò un verme che colpì la pianta, e questa si seccò. 8 Quando si levò il sole DIO procurò un afoso vento orientale, e il sole picchiò sul capo di Giona, che si sentì venir meno e chiese di morire, dicendo: «Per me è meglio morire che vivere». 9 DIO disse a Giona: «Ti pare giusto adirarti così per la pianta?». Egli rispose: «Sì, è giusto per me adirarmi fino alla morte». 10 Ma l'Eterno disse: «Tu hai avuto compassione per la pianta per cui non hai faticato né hai fatto crescere, e che in una notte è cresciuta e in una notte è perita. 11 E non dovrei io aver compassione di Ninive, la grande città, nella quale ci sono centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla loro sinistra, e una grande quantità di bestiame?».

Giona aveva ricevuto un compito, un mandato, ma lui, pur sapendo che non erano sue fantasie e ne suoi pensieri, perché aveva imparato bene a riconoscere la voce di Dio era abbastanza esperto, ha deliberatamente e caparbiamente rifiutato di ubbidire al Signore e fare ciò che gli aveva chiesto. Purtroppo Giona ha commesso lo stesso errore che commise Mosè quando pur avendo compreso molto bene la voce di Dio, che lo avrebbe usato per liberare i figli d'Israele, ammazzò un egiziano supponendo di poter fare e agire secondo il proprio pensiero e intromettere la sua volontà alla volontà del Signore. Lo stesso fece Pietro che tagliò l'orecchio al servo del sommo sacerdote e che prontamente Gesù lo riattaccò sottolineando che i piani di Dio non possono essere limitati ne bloccati dalle nostre convinzioni, debolezze e natura umana. 

É evidente che conoscere bene la voce del nostro Signore non garantisce l'essere arrivati alla statura di Cristo e alla perfezione. In poche parole siamo figli di Dio, abbiamo la guida dello Spirito Santo, ma abbiamo ancora bisogno di crescere  nello spirito e essere restaurati  da ferite, da debolezze (paure, ansietà, preoccupazione ed altre simili cose), modi di fare - di pensare - di agire ecc.

Ora nonostante i nostri difetti e limiti, il Signore Iddio vuole lo stesso servirsi di ognuno di noi,  quindi  ci resta una sola cosa da fare e cioè ubbidire alla Sua voce avendo in noi la certezza che in qualsiasi situazione Egli ci condurrà, Lui stresso ci aiuterà, ci proteggerà e ci equipaggerà di tutto l'occorrente necessario per portare a buon fine la missione ricevuta.

Noi credenti abbiamo ricevuto un compito, un mandato da Dio? Gesù l'ha descritto chiaramente nel passo di Matteo 28:19-20. 

Matteo 28:19-20   Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,  insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente».

Ma ritorniamo al racconto biblico. Giona era profondamente addormentato nel punto più profondo della nave.

Quando non fai e non vuoi fare la volontà di Dio, cadi in un profondo sonno spirituale e se non reagisci, può arrivare la morte spirituale.

Se ti perdi d’animo nel giorno dell’avversità, la tua forza è poca o inesistente possiamo dire anche.                    Qual'è dunque la tua forza? Dove è situata nel tuo cuore, da dove tu puoi attingere e vincere le tue battaglie o portare a termine il mandato del Signore? Se ti abbatti, se eviti di fare la volontà di Dio perché hai paura del mondo, di ciò che diranno, se è scomoda mettere in pratica la Parola di Dio, allora vuol dire che tu confidi nelle tue forze fisiche, psicologiche, intellettuali ed altro che non è la forza nel Signore.                                               Essa non è lontana da te è nel tuo cuore devi solo scoprire la tua "FEDE". Si la tua forza è inesistente se non riesci a credere che il Signore può al di là delle possibilità umane e dei tuoi pensieri. 

Dio parla a persone che sono pronte e determinate ad ascoltarlo e ubbidendolo, raggiungono l'obiettivo divino. Dopo se dovesse passare questo treno e ti ostini a non prenderlo, Egli potrebbe non parlarti  più.

Salmo 20:1-5   Ti ascolti il Signore nel giorno della prova, ti protegga il nome del Dio di Giacobbe.  Ti mandi l'aiuto dal suo santuario e dall'alto di Sion ti sostenga. Ricordi tutti i tuoi sacrifici e gradisca i tuoi olocausti.  Ti conceda secondo il tuo cuore, faccia riuscire ogni tuo progetto.

Se non ci perdiamo d’animo e basiamo la nostra forza sul Signore, arriveranno copiose le benedizioni che il nostro cuore desidera. 

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