Parole di Vita

Associazione Biblica Culturale

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Gesù pianse   

 “Quando Gesù la vide piangere, e vide piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, fremette nello spirito, si turbò e disse: «Dove l'avete deposto?» Essi gli dissero: «Signore, vieni a vedere!»
Gesù pianse. Perciò i Giudei dicevano: «Guarda come l'amava!»” 
(Giov. 11:33-35)

Leggendo questo passo mi son chiesto per l’ennesima volta, perché Gesù ha pianto nel vedere Maria e i Giudei con lei piangere?

Se sa che Lazzaro risusciterà, perché piangere?

In un attimo ho capito !!!

Gesù rappresentava Dio creatore in terra mentre era lì in quel luogo. Dio quindi, piange Lazzaro la cui vita, quell'alito vitale, non era più in lui. In quel momento di rivelazione, ho visto il Signore piangere la morte dell’uomo nell'Eden. L’uomo che Egli aveva messo in quel giardino, che aveva fatto tutto per quella creatura, mettendola al centro dell’universo per farla regnare su tutta la terra, quel uomo che Dio amava tanto, aveva perso la vita “era morto”. La morte aveva preso possesso del figlio amato e anche di tutte le creature viventi. Egli era morto per la disubbidienza, per la ribellione, per il peccato.

Gesù in quella circostanza, rivedeva i momenti belli trascorsi col Padre, mentre pianificavano e con la Parola portavano all'esistenza tutta la creazione e gli Angeli lodavano il Signore per il piano perfetto d’amore.La stessa gioia che manifestano oggi, quando un peccatore si ravvede dai propri peccati, così all'inizio gli Angeli, gioivano per l’uomo che era plasmato dal Signore.

 “Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.”   (Giov. 1:1-4)

 Quand'egli disponeva i cieli io ero là; quando tracciava un circolo sulla superficie dell'abisso, quando condensava le nuvole in alto, quando rafforzava le fonti dell'abisso, quando assegnava al mare il suo limite perché le acque non oltrepassassero il loro confine, quando poneva le fondamenta della terra, io ero presso di lui come un artefice; ero sempre esuberante di gioia giorno dopo giorno, mi rallegravo in ogni tempo in sua presenza; mi rallegravo nella parte abitabile della sua terra, trovavo la mia gioia tra i figli degli uomini.”(Prov. 8:27-31)

Dio creatore era dunque sceso, era lì di fronte alla morte di quel uomo tanto ricercato e voluto. La relazione di profonda amicizia fra Gesù e Lazzaro è un’immagine perfetta per comprendere il sentimento che Dio ha provato quando vide Adamo ed Eva peccare e di conseguenza intrappolati dalla morte. Per quel peccato Dio aveva pianto tanto, ma fino a quel momento nessuno aveva potuto immaginare la sofferenza e il dolore di Dio creatore nel vedere i suoi figli morti.

Ora nella figura di Gesù, Egli (Dio) è lì e manifesta tutta la sua tristezza, come un padre guarda il figlio che non ha voluto ascoltarlo ed era finito nella trappola di chi non lo vuole bene e gli è nemico. Un figlio che poteva fare molte cose con Lui e la Sua grazia. Piange perché l’uomo avrebbe potuto evitare il dolore, la sofferenza e la morte. Dio è amore, Egli piange l’allontanamento, la completa mancanza di protezione e fragilità della sua creatura, non può più benedirlo e tenerlo sotto le Sue ali e condividere con lui tutto il suo affetto.

A questo punto ho notato che, il più delle volte si confonde l’essere umano di Gesù e le sue emozioni e commozione, come una Sua debolezza umana. In realtà tutto quello che Gesù ha fatto, è stato come se l’avesse fatto il Padre stesso, e lì, davanti a Lazzaro, si manifestava il vero pianto di Dio per Adamo e  per i suoi figli che ancora oggi muoiono a causa del peccato. In questo passo si riesce a scorgere tutto l’affetto, la passione che Dio ha per l’essere umano. Tutta la vita di Gesù e il Suo ministerio, ci mostra dall'inizio alla fine, l’amore di Dio, ma in tale passo si scorgono dei tratti umani di legame profondo, che Dio ha per “l’uomo” oggi e che aveva per “Adamo”. L’amore di Dio è l’aspetto più importante e noi come figli suoi, lo dobbiamo mostrare a chi è vicino e a chi noi parliamo della salvezza in Cristo Gesù.

Forse  a volte  abbiamo avuto dei dubbi, quindi ci siamo sentiti impediti di parlare di Gesù e portare l'evangelo alla società, perché preoccupati di  come poi le persone avrebbero potuto seguire il Signore senza problemi  in un mondo confusionario di per se e ostico. Noi però, siamo solo dei messaggeri e il dovere del messaggero non dovrebbe essere e credo sia ancora tale, trasmettere alle persone la lettera da Lui scritta? Cioè l’amore Suo e spingerle al ravvedimento dei propri peccati? Noi non dobbiamo preoccuparci di dove il seme della Parola cade, se fra le spine o in buona terra, il nostro compito dev'essere e rimane solo seminare, sperando e pregando che possa un giorno portare un frutto buono. Dio vuol far conoscere il suo amore, il suo affetto e vuole farlo attraverso chi già lo conosce, i suoi discepoli, i suoi figli, coloro che hanno fatto della Parola una fonte a cui attingere per camminare con Lui in questa vita e dopo per l'eternità, questo è il nostro compito.

Qualcuno poi, ha pensato bene anche, di mettere delle nuove regole ai neofiti, non mi esprimo su tale argomento, perché ci sarebbe tanto da dire, rischiando di uscire fuori dal tema odierno, ma non c’è modo peggiore che mettere dei pesi a coloro che, invece, vogliamo liberare dalle catene della malvagità, dei vizi, delle ipocrisie, di egoismi, di frustrazioni, di magie ed occultismo, delle malattie e dei peccati, che hanno oppresso i loro cuori fino a quel momento. Sarà l’amore per il Signore che nasce in loro e lo Spirito Santo, che servendosi della Parola e dei suoi servi (apostoli, pastori, anziani e responsabili di chiesa), a convincerli  di fare o non fare qualcosa che è o non è nella volontà di Dio. La costrizione e l'obbligo sono basate sulla legge, ma la legge non salva e non libera nessuno. La grazia e l'amore del Signore Gesù nostro Dio, possono invece salvare e liberare, tutti coloro che pentendosi dei propri peccati accettano il Suo sacrificio.

Dio è amore, manifestiamo quindi alle persone, attraverso il nostro amore, quanto Egli tiene a tutta l’umanità, come un Padre i figli che ama.

Voglio terminare con un verso classico scritto nel vangelo di Giovanni 3:16.

 

“Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.”

 

Predicazione del 21.08.2016    pst. Crocitto

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