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Gruppo TEENMANIA Giovinazzo 2011
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Stare nella dimora di Dio
Salmo 84: 1-8
Quanto sono amabili le tue dimore Signore degli eserciti! L'anima mia languisce e brama gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente. Anche il passero trova la casa, la rondine il nido, dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio. Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi! Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio. Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente, anche la prima pioggia l'ammanta di benedizioni. Cresce lungo il cammino il suo vigore, finché compare davanti a Dio in Sion.
“Quanto amabili sono le tue Dimore” una frase che può dire solo qualcuno che c’è già stato, o un figlio, qualcuno che conosce le “dimore di Dio”.
Isaia 57: 14-21
E si dirà: "Appianate, appianate, preparate la via, rimuovete gli ostacoli dalla via del mio popolo!". Poiché così dice l'Alto e l'Eccelso, che abita l'eternità, e il cui nome è Santo "Io dimoro nel luogo alto e santo e anche con colui che è contrito e umile di spirito, per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare lo spirito dei contriti. Poiché io non voglio contendere per sempre né essere adirato in eterno, altrimenti davanti a me verrebbero meno lo spirito e le anime che ho fatto. Per l'iniquità della sua cupidigia mi sono adirato e l'ho colpito, mi sono nascosto, mi sono indignato; ma egli si è allontanato seguendo la via del suo cuore. Ho visto le sue vie, ma io lo guarirò, lo guiderò e ridarò le mie consolazioni a lui e ai suoi che sono afflitti. Io creo il frutto delle labbra. Pace, pace a chi è lontano e a chi è vicino", dice l'Eterno. "Io lo guarirò". Ma gli empi sono come il mare agitato, che non può calmarsi e le cui acque vomitano melma e fango. "Non c'è pace per gli empi", dice il mio DIO.
Solo un’ uomo umile e contrito entra facilmente nelle dimore di Dio, colui che ha peccato, si è pentito e chiede perdono. Dio è in mezzo a coloro pur avendo peccato si sono pentiti e fa sentire il Suo amore.
Tutte quelle volte che non facciamo la Sua volontà, quando non stiamo alla Sua presenza, quando non preghiamo, quando capiamo che abbiamo sbagliato e ci presentiamo a Lui con lo spirito contrito e con fare umile, allora Dio ci accoglie nelle Sue dimore e ci dà conforto.
Appena convertiti siamo come dei bimbi, abbiamo bisogno di nutrimento per crescere, altrimenti si rischia di perdere il cammino e ricominciare ad alimentare solo la carne (i nostri desideri) tralasciando lo spirito. Quest’ultimo ha bisogno di crescere, perciò il Signore ci ha dato i frutti dello spirito appunto, sono da coltivare “anelando la presenza di Dio”. Non c’è nessuno che venga rigettato da Lui, Dio, infatti, è sempre a disposizione, non lascia gli animali, figuriamoci noi. Perciò quando vogliamo stare davanti a Lui facciamolo con un’ atteggiamento sincero, lodandoLo e ringraziandoLo per far aprire la strada alle benedizioni come dice il salmo 103 : Benedici, anima mia, l'Eterno; e tutto quello che è in me benedica il suo santo nome. Benedici, anima mia, l'Eterno e non dimenticare alcuno dei suoi benefici.
Salmo 100:
Mandate grida di gioia all'Eterno, o abitanti di tutta la terra! Servite l'Eterno con letizia venite davanti a lui con canti di gioia. Riconoscete che l'Eterno è DIO è lui che ci ha fatti e non noi da noi stessi; noi siamo il suo popolo e il gregge del suo pascolo. Entrate nelle sue porte con ringraziamento e nei suoi cortili con lode, celebratelo, benedite il suo nome. Poiché l'Eterno è buono; la sua benignità dura in eterno e la sua fedeltà per ogni età.
Non ti appoggiare alla tua forza ma riponi tutto nelle Sue mani, solo allora prospererai, solo allora vincerai tutte le tue battaglie. Come Davide ripose la sua forza nella fede in Dio e riuscì a sconfiggere Golia, così anche noi dobbiamo avere fede in Dio.
Amore, fede, perdono, sono le Sue vie, e se non riusciamo a capirle allora mettiamoci in preghiera, Lui risponderà, Gesù è “la Via, la Verità e la Vita”.
Quando andiamo in preghiera con uno spirito umile e contrito Lui ci benedirà ed anche se dovessimo passare per un terreno arido, se le nostre situazioni dovessero essere delle più disastrose, Dio farà rifiorite la strada sul nostro cammino, solo con Lui cammineremo di vittoria in vittoria fino ad arrivare allo scopo, al corpo glorificato alla Sua presenza!
Predicazione del 23/09/2012 del pastore Franco Crocitto
Predicazione del 04/11/2012 Pastore Nino Citarella
Esodo 17: 1-7
Tutta la comunità degli Israeliti levò l'accampamento dal deserto di Sin, secondo l'ordine che il Signore dava di tappa in tappa, e si accampò a Refidim. Ma non c'era acqua da bere per il popolo. Il popolo protestò contro Mosè: «Dateci acqua da bere!». Mosè disse loro: «Perché protestate con me? Perché mettete alla prova il Signore?». In quel luogo dunque il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatti uscire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?». Allora Mosè invocò l'aiuto del Signore, dicendo: «Che farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!». Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani di Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va'! Ecco, io starò davanti a te sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà». Mosè così fece sotto gli occhi degli anziani d'Israele. Si chiamò quel luogo Massa e Meriba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».
Perché questo dubbio? Spesso si tende ad immaginare Dio in una certa maniera. A quei tempi Dio era lontano dal popolo (sul monte, nella tenda ecc..) ma oggi che significa avere Dio in mezzo a noi? Certamente questo fenomeno non si verifica attraverso le immagini o le emozioni. Oggi col nuovo patto Dio è sempre con noi “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” . Dio è presente nella vita di chiunque lo ha accettato come personale salvatore. Anche quando noi non siamo fedeli, Lui lo è, la Sua presenza è sempre tangibile! Non è qualcosa che dipende dall’esterno ma Lui è presente in mezzo e dentro la sua chiesa. Noi siamo la sua “santa sede” . L’Eterno dimora in noi e vuole santificarci per renderci più simili a Lui mediante la sua parola pulsante.
Matteo 18:19-20
Ancora io vi dico che, se due di voi si accordano sulla terra per domandare qualunque cosa, questa sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. Poiché dovunque due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro".
Dio è in mezzo a noi se dimoriamo nella fiducia reciproca .Questa non è una formula, ciò che ci lega è l’amore di Gesù!
Matteo 28:16-20
Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Lui è presente nell’adempimento del Suo mandato (impegno, servizio, divulgazione). La chiesa ha un’alleato formidabile nell’adempimento del suo mandato. Nella Parola è scritto “ Non siate in ansia, metterò io nella vostra bocca le parole”. Dio è presente nella vita del suo popolo. Ma come facciamo ad ascoltare la Sua voce? Dio parla attraverso la bibbia e le persone che ci sono intorno, Quando l’udremo la riconosceremo perché sarà come un fiume nella nostra vita. Dio parla a chi è disposto ad essere impegnato per la sua causa non a chi è leggero. Lui non ci lascia soli, poiché quando ci affida un compitoci da anche forza intelligenza e saggezza per portarlo a termine.
Matteo 25: 31-46
"Ora, quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i santi angeli, allora si siederà sul trono della sua gloria. E tutte le genti saranno radunate davanti a lui; ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. E metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il Re dirà a coloro che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio; ricevete in eredità il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo. Poiché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere; fui forestiero e mi accoglieste, fui ignudo e mi rivestiste, fui infermo e mi visitaste, fui in prigione e veniste a trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? E quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato? O ignudo e ti abbiamo rivestito? E quando ti abbiamo visto infermo, o in prigione e siamo venuti a visitarti?" E il Re, rispondendo, dirà loro: "in verità vi dico: tutte le volte che l'avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me". Allora egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra: "Andate via da me maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Poiché ebbi fame e non mi deste da mangiare, ebbi sete e non mi deste da bere, fui forestiero e non mi accoglieste, ignudo e non mi rivestiste, infermo e in prigione e non mi visitaste". Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato, o assetato, o forestiero, o ignudo, o infermo, o in prigione e non ti abbiamo soccorso?". Allora egli risponderà loro dicendo: "in verità vi dico: tutte le volte che non l'avete fatto a uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me. E questi andranno nelle pene eterne e i giusti nella vita eterna"
Dio è presente nella sensibilità verso il prossimo. Dietro certi gesti c’è qualcosa di soprannaturale che ci spinge ,infatti , quando Lui è nelle nostre vite ci rende più attenti alle necessità altrui.
2 Corinzi 3:14-16
Ma le loro menti furono accecate; infatti fino ad oggi quel medesimo velo rimane, non rimosso, alla lettura dell'Antico Testamento, perché è in Cristo che esso viene eliminato. Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore; ma quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà tolto. Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore.
Vi sono momenti in cui non vediamo Dio perché i nostri occhi sono oscurati da un velo fatto di abitudini sbagliate. La conversione è qualcosa di continuo che non si esaurisce nel momento stesso dell’ accettazione del Signore nelle nostre vite ma è un lavoro continuo che permette di riconoscere Dio nelle nostre vite. I nostri occhi di solito vedono quello che vogliono vedere perché oscurati da vizi, pregiudizi, mancati perdoni. In questa maniera ci costruiamo una nostra realtà tanto da tenerci ingabbiati alle nostre mancanze. Quando, con l’aiuto del Padre, togliamo quella barriera sentiremo tutto il suo ardore!
Gesù bussa dolcemente al nostro cuore, vi entra in punta di piedi come un’ospite e quando vi si stabilisce Lui regna a pieno nelle nostre vite!
La voce di Dio
Vi è mai capitato di sentire la voce di Dio? Vi sono momenti in cui ci sembra di sentire la Sua voce ma in realtà stiamo ascoltando la voce dei nostri sentimenti i peggio ancora del diavolo che vuole depistarci. Ma c’è un modo per poter distinguere nitidamente la Sua voce ed è vivere costantemente insieme a Lui.
Atti 9: 17-18
Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. Inoltre ha l'autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore disse: «Và, perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».
Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo». E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato
Anania era costantemente alla presenza di Dio, atteggiamento giusto per essere sicuri di ascoltare la Sua voce e di essere benedetti. Se invece non lo facciamo possiamo rischiare di dare retta alle parole del nemico rischiando di trovarci in una fase di stallo per poi non sapere più cosa fare.
Giudici 6
Gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore e il Signore li mise nelle mani di Madian per sette anni. La mano di Madian si fece pesante contro Israele; per la paura dei Madianiti gli Israeliti adattarono per sé gli antri dei monti, le caverne e le cime scoscese. Quando Israele aveva seminato, i Madianiti con i figli di Amalek e i figli dell'oriente venivano contro di lui, si accampavano sul territorio degli Israeliti, distruggevano tutti i prodotti del paese fino all'ingresso di Gaza e non lasciavano in Israele mezzi di sussistenza: né pecore, né buoi, né asini.
Poiché venivano con i loro armenti e con le loro tende e arrivavano numerosi come le cavallette - essi e i loro cammelli erano senza numero - e venivano nel paese per devastarlo. Israele fu ridotto in grande miseria a causa di Madian e gli Israeliti gridarono al Signore.
Quando gli Israeliti ebbero gridato a causa di Madian, il Signore mandò loro un profeta che disse: «Dice il Signore, Dio d'Israele: Io vi ho fatti uscire dall'Egitto e vi ho fatti uscire dalla condizione servile; vi ho liberati dalla mano degli Egiziani e dalla mano di quanti vi opprimevano; li ho scacciati davanti a voi, vi ho dato il loro paese e vi ho detto: Io sono il Signore vostro Dio; non venerate gli dèi degli Amorrei, nel paese dei quali abitate. Ma voi non avete ascoltato la mia voce».
Ora l'Angelo del Signore venne a sedere sotto il terebinto di Ofra, che apparteneva a Ioas, Abiezerita; Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel tino per sottrarlo ai Madianiti. L'Angelo del Signore gli apparve e gli disse: «Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!».
Gedeone gli rispose: «Signor mio, se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: Il Signore non ci ha fatto forse uscire dall'Egitto? Ma ora il Signore ci ha abbandonati e ci ha messi nelle mani di Madian» Allora il Signore si volse a lui e gli disse: «Va' con questa forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse Io?». Gli rispose: «Signor mio, come salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manàsse e io sono il più piccolo nella casa di mio padre». Il Signore gli disse: «Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo». Gli disse allora: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che proprio tu mi parli. Intanto, non te ne andare di qui prima che io torni da te e porti la mia offerta da presentarti».
Rispose: «Resterò finché tu torni». Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e con un'efa di farina preparò focacce azzime; mise la carne in un canestro, il brodo in una pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì. L'Angelo di Dio gli disse: «Prendi la carne e le focacce azzime, mettile su questa pietra e versavi il brodo». Egli fece così. Allora l'angelo del Signore stese l'estremità del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce azzime; salì dalla roccia un fuoco che consumò la carne e le focacce azzime e l'Angelo del Signore scomparve dai suoi occhi. Gedeone vide che era l'Angelo del Signore e disse: «Signore, ho dunque visto l'Angelo del Signore faccia a faccia!».
Il Signore gli disse: «La pace sia con te, non temere, non morirai!». Allora Gedeone costruì in quel luogo un altare al Signore e lo chiamò Signore-Pace. Esso esiste fino ad oggi a Ofra degli Abiezeriti.
In quella stessa notte il Signore gli disse: «Prendi il giovenco di tuo padre e un secondo giovenco di sette anni, demolisci l'altare di Baal fatto da tuo padre e taglia il palo sacro che gli sta accanto. Costruisci un altare al Signore tuo Dio sulla cima di questa roccia, disponendo ogni cosa con ordine; poi prendi il secondo giovenco e offrilo in olocausto sulla legna del palo sacro che avrai tagliato».
Allora Gedeone prese dieci uomini fra i suoi servitori e fece come il Signore gli aveva ordinato; ma temendo di farlo di giorno, per paura dei suoi parenti e della gente della città, lo fece di notte. Quando il mattino dopo la gente della città si alzò, vide che l'altare di Baal era stato demolito, che il palo sacro accanto era stato tagliato e che il secondo giovenco era offerto in olocausto sull'altare che era stato costruito. Si dissero l'un altro: «Chi ha fatto questo?». Investigarono, si informarono e dissero: «Gedeone, figlio di Ioas, ha fatto questo» Allora la gente della città disse a Ioas: «Conduci fuori tuo figlio e sia messo a morte, perché ha demolito l'altare di Baal e ha tagliato il palo sacro che gli stava accanto». Ioas rispose a quanti insorgevano contro di lui: «Volete difendere voi la causa di Baal e venirgli in aiuto? Chi vorrà difendere la sua causa sarà messo a morte prima di domattina; se è Dio, difenda da sé la sua causa, per il fatto che hanno demolito il suo altare».
Perciò in quel giorno Gedeone fu chiamato Ierub-Baal, perché si disse: «Baal difenda la sua causa contro di lui, perché egli ha demolito il suo altare». Ora tutti i Madianiti, Amalek e i figli dell'oriente si radunarono, passarono il Giordano e si accamparono nella pianura di Izreel. Ma lo spirito del Signore investì Gedeone; egli suonò la tromba e gli Abiezeriti furono convocati per seguirlo. Egli mandò anche messaggeri in tutto Manàsse, che fu pure chiamato a seguirlo; mandò anche messaggeri nelle tribù di Aser, di Zàbulon e di Nèftali, le quali vennero ad unirsi agli altri.
Gedeone disse a Dio: «Se tu stai per salvare Israele per mia mano, come hai detto, ecco, io metterò un vello di lana sull'aia: se c'è rugiada soltanto sul vello e tutto il terreno resta asciutto, io saprò che tu salverai Israele per mia mano, come hai detto». Così avvenne. La mattina dopo, Gedeone si alzò per tempo, strizzò il vello e ne spremette la rugiada: una coppa piena d'acqua.
Gedeone disse a Dio: «Non adirarti contro di me; io parlerò ancora una volta. Lasciami fare la prova con il vello, solo ancora una volta: resti asciutto soltanto il vello e ci sia la rugiada su tutto il terreno». Dio fece così quella notte: il vello soltanto restò asciutto e ci fu rugiada su tutto il terreno.
Israele servì altri dei per lungo tempo e nonostante ciò si lamentava per le mancate benedizioni da parte di Dio. Mentre quando noi seguiamo il Signore le benedizioni non solo scendono su noi ma anche sui nostri figli. Israele veniva depredato dai madianiti, così come il diavolo fa la stessa cosa con noi, tranciando di netto le benedizioni. La nostra vita spirituale è preziosa, per cui è necessario proteggerla, mettere delle mura di cinta attorno per difenderla dagli attacchi.
Gedeone aveva dubbi, non sapeva se quella che stava ascoltando era la voce di Dio, perciò domanda un segno. Quando lo ebbe si rese conto che era davvero l’Angelo di Dio che gli parlava. Dio l’aveva scelto perché lui era rimasto fedele contrariamente alla sua famiglia e al suo paese. Gedeone era un uomo timido, il più piccolo della sua famiglia, insicuro, eppure Dio lo usò! Una cosa è pregare, un’altra è dialogare col Padre, parlargli e poi attendere una sua risposta. Questa è l’essenza della felicità, ascoltare la voce di Dio!
Lo stesso popolo di Israele, che chiede aiuto a Dio per una liberazione, è lo stesso che vuole mettere a morte Gedeone per aver distrutto le statue raffiguranti gli idoli. Attenti fratelli, spesso facciamo cose per imitazione, seguiamo ciecamente ciò che fanno gli altri fratelli senza pensare che loro possono essere ingannati. ma chiediamo a Dio conferma di ciò che va fatto, non ci dobbiamo mai stancare di chiedere conferme, Dio ce le darà perché Lui ha pazienza.
Giudici 7: 10-15
Ma se hai paura di farlo, scendivi con Pura tuo servo e udrai quello che dicono; dopo, prenderai vigore per piombare sul campo». Egli scese con Pura suo servo fino agli avamposti dell'accampamento. I Madianiti, gli Amaleciti e tutti i figli dell'oriente erano sparsi nella pianura e i loro cammelli erano senza numero come la sabbia che è sul lido del mare. Quando Gedeone vi giunse, ecco un uomo raccontava un sogno al suo compagno e gli diceva: «Ho fatto un sogno. Mi pareva di vedere una pagnotta di orzo rotolare nell'accampamento di Madian: giunse alla tenda, la urtò e la rovesciò e la tenda cadde a terra». Il suo compagno gli rispose: «Questo non è altro che la spada di Gedeone, figlio di Ioas, uomo di Israele; Dio ha messo nelle sue mani Madian e tutto l'accampamento». Quando Gedeone ebbe udito il racconto del sogno e la sua interpretazione, si prostrò; poi tornò al campo di Israele e disse: «Alzatevi, perché il Signore ha messo nelle vostre mani l'accampamento di Madian».
Dobbiamo imparare a distinguere la voce di Dio, chiediamo segni, perché Lui vuole farci sapere che è con noi !!!
Predicazione del 11/11/12 Pastore Franco Crocitto
Predicazione del 18/11/2012 Past. Franco Crocitto
Proverbi 24:10
Se ti perdi d’animo nel giorno dell’avversità, la tua forza è poca.
Non è scontato che, tutto ciò che è nella volontà di Dio, anche se Lui stesso ce l'ha chiesto, avrà una buona riuscita, perché non dipende dal mandante (in questo caso il Signore), ma da quanta forza o fede noi abbiamo in quel momento ed in quella circostanza.
Giona 1: 1-16 E la parola dell'Eterno fu rivolta a Giona, figlio di Amittai, dicendo: 2 «Lèvati, va' a Ninive, la grande città e predica contro di lei, perché la loro malvagità è salita davanti a me». 3 Ma Giona si levò per fuggire a Tarshish, lontano dalla presenza dell'Eterno. Così scese a Giaffa, dove trovò una nave che andava a Tarshish. Pagò il prezzo stabilito e s'imbarcò per andare con loro a Tarshish, lontano dalla presenza dell'Eterno. 4 Ma l'Eterno scatenò un forte vento sul mare e si levò una grande tempesta sul mare, sicché la nave minacciava di sfasciarsi. 5 I marinai, spaventati, gridarono ciascuno al proprio dio e gettarono in mare il carico che era sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona era sceso nelle parti più recondite della nave, si era coricato e dormiva profondamente. 6 Il capitano gli si avvicinò e gli disse: «Che fai così profondamente addormentato? Alzati, invoca il tuo DIO! Forse DIO si darà pensiero di noi e non periremo». 7 Poi si dissero l'un l'altro: «Venite, gettiamo le sorti per sapere a causa di chi ci è venuta addosso questa sciagura». Così gettarono le sorti e la sorte cadde su Giona. 8 Allora gli chiesero: «Spiegaci dunque per causa di chi ci è venuta addosso questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?». 9 Egli rispose loro: «Io sono un Ebreo e temo l'Eterno, il DIO del cielo, che ha fatto il mare e la terra ferma». 10 Allora quegli uomini furono presi da grande spavento e gli dissero: «Perché hai fatto questo?». Essi infatti si erano resi conto che egli fuggiva lontano dalla presenza dell'Eterno, perché lo aveva loro detto. 11 Essi gli dissero: «Cosa dobbiamo farti perché il mare si calmi per noi?». Il mare infatti si faceva sempre più tempestoso. 12 Egli rispose loro: «Prendetemi e gettatemi in mare e il mare si calmerà per voi, perché io so che questa grande tempesta vi è venuta addosso per causa mia». 13 Tuttaviaquegli uomini remavano con forza per riportare la nave a terra, ma non riuscivano, perché il mare si faceva sempre più tempestoso contro di loro. 14 Perciò gridarono all'Eterno e dissero: «Deh, o Eterno, non lasciare che periamo per la vita di questo uomo e non renderci colpevoli di sangue innocente, perché tu, o Eterno, hai fatto come hai voluto». 15 Quindi presero Giona e lo gettarono in mare, e la furia del mare si calmò. 16 Quegli uomini allora, presi da un gran timore dell'Eterno, offrirono un sacrificio all'Eterno e fecero voti.
Fuggire lontano dall'Eterno, significa non fare la volontà Sua. Anche se non pecchiamo, siamo fuori dalla Sua benedizione e protezione, oltre ad essere fuori dalla Sua grazia.
Giona si era allontanato fisicamente da Ninive, città che Dio gli aveva detto di avvisare in nome Suo e convincerli di essere nell'errore, inducendo tutti i niniviti al ravvedimento e al pentimento, ricevendo così dal Signore la salvezza e la vita .
In realtà però, egli si stava allontanando dalla presenza del Signore, non voleva più parlare col Padre perché sapeva di andare contro la Sua volontà. La paura aveva accecato a tal punto il suo cuore, da non distinguere più ciò che era buono fare e ciò che non lo era. Anche quando ha chiesto ai marinai di gettarlo in mare, egli era già convinto di morire quindi non andare più a Ninive, ma il Signore è il Signore e non ha voluto perdere un figlio per la paure di non essere preso in considerazione dal popolo di Ninive.
Giona 2: 1-11 Ora l'Eterno aveva preparato un grosso pesce perché inghiottisse Giona; e Giona fu nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. 2 Allora Giona pregò l'Eterno, il suo DIO, dal ventre del pesce e disse: 3 «Nella mia sventura ho gridato all'Eterno ed egli mi ha risposto; dal grembo dello Sceol ho gridato e tu hai udito la mia voce. 4 Mi hai gettato in un luogo profondo, nel cuore dei mari, la corrente mi ha circondato e tutti i tuoi flutti e le tue onde mi sono passati sopra. 5 Allora ho detto: Sono stato scacciato dalla tua presenza. Eppure guarderò ancora verso il tuo santo tempio. 6 Le acque mi hanno circondato fino all'anima, l'abisso mi ha avvolto, le alghe si sono avvolte intorno al mio capo. 7 Sono disceso fino alle fondamenta dei monti, la terra chiuse le sue sbarre dietro a me per sempre, ma tu hai fatto risalire la mia vita dalla fossa, o Eterno, mio DIO. 8 Quando la mia anima veniva meno dentro di me, mi sono ricordato dell'Eterno, e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo santo tempio. 9 Quelli che riguardano alle vanità bugiarde abbandonano la fonte stessa della loro grazia. 10 Ma io con voci di lode ti offrirò sacrifici e adempirò i voti che ho fatto. La salvezza appartiene all'Eterno».11 Allora l'Eterno parlò al pesce e il pesce vomitò Giona sull'asciutto.
Con un Padre meraviglioso e pieno d'amore non si può non ubbidirGli e non fare la Sua volontà.
Giona 3: 1-10 La parola dell'Eterno fu rivolta a Giona per la seconda volta, dicendo: 2 «Lèvati, va' a Ninive, la grande città, e proclama ad essa il messaggio che ti comando». 3 Così Giona si levò e andò a Ninive, secondo la parola dell'Eterno. Or Ninive, era una città molto grande davanti a Dio, di tre giornate di cammino. 4 Giona cominciò a inoltrarsi nella città per il cammino di una giornata e predicando diceva: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». 5 Allora i Niniviti credettero a DIO, proclamarono un digiuno e si vestirono di sacco, dal più grande al più piccolo di loro. 6 Quando la notizia giunse al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. 7 Per decreto del re e dei suoi grandi, fece quindi proclamare e divulgare in Ninive un ordine che diceva: «Uomini e bestie, armenti e greggi non assaggino nulla, non mangino cibo e non bevano acqua;8 ma uomini e bestie si coprano di sacco e gridino a DIO con forza; ognuno si converta dalla sua via malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. 9 Chi sa che DIO non si volga, non si penta e metta da parte la sua ira ardente, e così noi non periamo». 10 Quando DIO vide ciò che facevano, e cioè che si convertivano dalla loro via malvagia, DIO si pentì del male che aveva detto di far loro e non lo fece.
Anzi Dio gli ha mostrato le sue debolezze e lo ha aiutato a rivedere in se stesso per guarire da tale atteggiamento sbagliato.
Giona 4: 1-11 Ma questo dispiacque molto a Giona, che si adirò. 2 Così egli pregò l'Eterno, dicendo: «Deh, o Eterno, non era forse questo che dicevo quand'ero ancora nel mio paese? Per questo sono fuggito in precedenza a Tarshish, perché sapevo che sei un Dio misericordioso e pieno di compassione, lento all'ira e di gran benignità, e che ti penti del male minacciato. 3 Or dunque, o Eterno, ti prego, toglimi la vita, perché per me è meglio morire che vivere». 4 Ma l'Eterno gli disse: «Ti pare giusto adirarti così?». 5 Allora Giona uscì dalla città e si mise a sedere a est della città; là si fece una capanna e vi sedette sotto, all'ombra, per poter vedere ciò che sarebbe successo alla città. 6 Allora l'Eterno Dio preparò una pianta che crebbe al di sopra di Giona, per fare ombra al suo capo e liberarlo del suo male; e Giona provò una grandissima gioia per quella pianta. 7 Allo spuntar dell'alba del giorno seguente DIO preparò un verme che colpì la pianta, e questa si seccò. 8 Quando si levò il sole DIO procurò un afoso vento orientale, e il sole picchiò sul capo di Giona, che si sentì venir meno e chiese di morire, dicendo: «Per me è meglio morire che vivere». 9 DIO disse a Giona: «Ti pare giusto adirarti così per la pianta?». Egli rispose: «Sì, è giusto per me adirarmi fino alla morte». 10 Ma l'Eterno disse: «Tu hai avuto compassione per la pianta per cui non hai faticato né hai fatto crescere, e che in una notte è cresciuta e in una notte è perita. 11 E non dovrei io aver compassione di Ninive, la grande città, nella quale ci sono centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla loro sinistra, e una grande quantità di bestiame?».
Giona aveva ricevuto un compito, un mandato, ma lui, pur sapendo che non erano sue fantasie e ne suoi pensieri, perché aveva imparato bene a riconoscere la voce di Dio era abbastanza esperto, ha deliberatamente e caparbiamente rifiutato di ubbidire al Signore e fare ciò che gli aveva chiesto. Purtroppo Giona ha commesso lo stesso errore che commise Mosè quando pur avendo compreso molto bene la voce di Dio, che lo avrebbe usato per liberare i figli d'Israele, ammazzò un egiziano supponendo di poter fare e agire secondo il proprio pensiero e intromettere la sua volontà alla volontà del Signore. Lo stesso fece Pietro che tagliò l'orecchio al servo del sommo sacerdote e che prontamente Gesù lo riattaccò sottolineando che i piani di Dio non possono essere limitati ne bloccati dalle nostre convinzioni, debolezze e natura umana.
É evidente che conoscere bene la voce del nostro Signore non garantisce l'essere arrivati alla statura di Cristo e alla perfezione. In poche parole siamo figli di Dio, abbiamo la guida dello Spirito Santo, ma abbiamo ancora bisogno di crescere nello spirito e essere restaurati da ferite, da debolezze (paure, ansietà, preoccupazione ed altre simili cose), modi di fare - di pensare - di agire ecc.
Ora nonostante i nostri difetti e limiti, il Signore Iddio vuole lo stesso servirsi di ognuno di noi, quindi ci resta una sola cosa da fare e cioè ubbidire alla Sua voce avendo in noi la certezza che in qualsiasi situazione Egli ci condurrà, Lui stresso ci aiuterà, ci proteggerà e ci equipaggerà di tutto l'occorrente necessario per portare a buon fine la missione ricevuta.
Noi credenti abbiamo ricevuto un compito, un mandato da Dio? Gesù l'ha descritto chiaramente nel passo di Matteo 28:19-20.
Matteo 28:19-20 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente».
Ma ritorniamo al racconto biblico. Giona era profondamente addormentato nel punto più profondo della nave.
Quando non fai e non vuoi fare la volontà di Dio, cadi in un profondo sonno spirituale e se non reagisci, può arrivare la morte spirituale.
Se ti perdi d’animo nel giorno dell’avversità, la tua forza è poca o inesistente possiamo dire anche. Qual'è dunque la tua forza? Dove è situata nel tuo cuore, da dove tu puoi attingere e vincere le tue battaglie o portare a termine il mandato del Signore? Se ti abbatti, se eviti di fare la volontà di Dio perché hai paura del mondo, di ciò che diranno, se è scomoda mettere in pratica la Parola di Dio, allora vuol dire che tu confidi nelle tue forze fisiche, psicologiche, intellettuali ed altro che non è la forza nel Signore. Essa non è lontana da te è nel tuo cuore devi solo scoprire la tua "FEDE". Si la tua forza è inesistente se non riesci a credere che il Signore può al di là delle possibilità umane e dei tuoi pensieri.
Dio parla a persone che sono pronte e determinate ad ascoltarlo e ubbidendolo, raggiungono l'obiettivo divino. Dopo se dovesse passare questo treno e ti ostini a non prenderlo, Egli potrebbe non parlarti più.
Salmo 20:1-5 Ti ascolti il Signore nel giorno della prova, ti protegga il nome del Dio di Giacobbe. Ti mandi l'aiuto dal suo santuario e dall'alto di Sion ti sostenga. Ricordi tutti i tuoi sacrifici e gradisca i tuoi olocausti. Ti conceda secondo il tuo cuore, faccia riuscire ogni tuo progetto.
Se non ci perdiamo d’animo e basiamo la nostra forza sul Signore, arriveranno copiose le benedizioni che il nostro cuore desidera.